sabato 19 maggio 2012

Lost

How to avoid getting
LOST

Recentemente mi è capitato di perdermi.

E' stata una sensazione di grande incertezza, non sapere dove mi trovavo né quale poteva essere la direzione migliore da seguire. Chi mi conosce, sa quanto paradossale sia questa frase. Beh, sappiate che non è la prima volta che perdo la strada, e forse non sarà l'ultima.

Ad ogni modo, tutte le volte che mi trovo in situazioni del genere, mi ritorna in mente una guida che lessi tanti anni fa, "How to avoid getting lost". Evidentemente, io non l'ho letta abbastanza, oppure non so mettere in pratica i suggerimenti degli altri.

Ecco allora qualche riflessione personale, messa qui a mio uso. Da non osservare come fosse un dogma, da non imparare a  memoria: ciascuno decide per sé.

Il primo aspetto che mi ha colpito è stata la repentinità: improvvisamente ho realizzato che mi trovavo in mezzo al nulla, e mi ero perso. Questa cosa mi ha lasciato basito. Possibile che fino a pochi metri prima non avessi colto qualche segnale di allarme?

La seconda domanda che mi sono posto è stata: perché?
Certo, mi trovavo in un luogo in cui non ero mai stato prima, ma avevo a disposizione una bella mappa dei sentieri ed il fedele GPS. Stavo percorrendo, fino a pochi metri prima, un sentiero segnalato. Allora... perché?

Ho ripensato alla strada percorsa, visualizzandone i vari tratti. Poco alla volta, era diventata sempre meno visibile, poi non pedalabile, poi impraticabile persino a piedi. Infine, è scomparsa del tutto e mi sono ritrovato a dover allargare i rami degli alberi, con i piedi in mezzo alle ortiche (letteralmente).

Ed in questa situazione, ho realizzato quella che mi è sembrata una grande verità: dovrei smetterla di andare avanti per inerzia, dovrei smetterla di affidarmi alla mappa o alla tecnologia o all'opinione degli altri.
Dovrei osservare meglio quali sono le strade che sto percorrendo, mentre le sto percorrendo, e valutarle con un po' di senso critico. Con il mio senso critico, che in fondo non manca.

Dovrei cercare di cogliere i segnali che indicano il percorso, quando ci sono, ed anche quando, improvvisamente, spariscono.
Ci sono strade dove, se nessuno passa, ci cresce l'erba alta e pian piano si cancellano. Hanno bisogno di cura continua, di manutenzione, di essere utilizzate, quasi... amate. Altrimenti, dopo qualche tempo, non puoi più  usarle: hanno perduto la loro funzionalità. Rimangono sulla mappa, come un bel ricordo, e ti danno soltanto il rimpianto di non averle sapute tenere vive.

Un'altra verità che ho realizzato, in quegli istanti, è che esistono strade che sembrano come tutte le altre, ma che non sboccano da nessuna parte. Sono fatte così e basta: alcune sono strade di collegamento, altre sono strade di servizio. Quando scopri di essere su una di queste, l'unica possibilità è girarsi e tornare al bivio precedente.

E quando, finalmente, ho trovato quella che sembrava una stradina nell'erba, e felice come una Pasqua mi ci sono fiondato sopra, ho realizzato la verità più grande: quando ti sei perduto, e non sai da quale parte andare, ti butti sulla prima strada che incontri, senza sapere dove ti sta portando. Non ti fai domande, ti basta la speranza che porti in qualche posto.

Poi, una volta arrivato, scopri che ti trovi dove mai saresti andato volutamente, dalla parte opposta rispetto alla destinazione che ti eri prefisso, ed ormai è troppo tardi. Quasi ti penti di averla ritrovata, la strada. La verità è che non hai ritrovato LA strada, hai trovato UNA strada e, per quanto sia amaro da ammettere, non tutte le strade sono adatte a noi. Ce ne sono alcune che sarebbe meglio evitare.

A questo punto, non rimane che una soluzione: evitare di perdersi. La  guida aveva ragione: avoid getting lost.

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