sabato 16 maggio 2009

A caccia di un ponte

Oggi siamo a andati a caccia...

Cercavamo un ponte per attraversare il fiume Fortore, sul vecchio tratturo Celano-Foggia. L'idea era quella di togliere un tratto di asfalto alla prima tappa del Tour Bike della Transumanza, ed aggiungere un tratto di sterrato. Purtroppo, dopo qualche chilometro, abbiamo dovuto abbandonare l'idea.
 
Il percorso sterrato che scende da Pozzo Cappellaccio fino al Fortore e' veramente impegnativo. Si tratta di quattro chilometri di fango, rocce e spine. Il tempo, l'incuria e le piogge hanno devastato quella strada, che si snoda su un terreno argilloso nel quale le acque hanno scavato profondi canali. La vegetazione, poi, per uno strano scherzo del destino e' costituita prevalentemente da cardi, che crescono anche sulla strada lasciando libere soltanto le due ferite dei mezzi agricoli sul tratturo. Passare in mezzo a queste piante si e' rivelata un'esperienza molto... pungente! Nel mio caso, un paio di cadute veramente rovinose mi hanno fatto comprendere che d'ora in poi occorrera' fare attenzione. Giunti con fatica al fiume, eravamo gia' dell'opinione che fosse inopportuno far passare su quel tratturo un gruppo di cento bikers. A convincerci definitivamente e' stato un contadino, che ci ha ragguagliati sulla situazione:
  1. non c'e' nessun ponte; suo nonno gli raccontava che c'era un ponte di fortuna, gestito da un anziano del posto (parliamo di 90-100 anni fa) che faceva attraversare il fiume su delle tavole di legno appoggiate sulle pile di un ponte crollato (la zona infatti e' chiamata "Ponte rotto");
  2. d'estate si puo' guadare, ma oggi sarebbe stato troppo pericoloso (piena appena passata, sponde e letto del fiume argillosi, probabilita' di sprofondare nelle sabbie mobili);
  3. il tratturo dall'altra parte del fiume e' peggiore di quello percorso finora (incredibile).
Salutato il contadino ed il suo trattore, del quale avrei sentito la mancanza poco dopo, abbiamo girato le bici e siamo tornati al punto di partenza, quasi tutta salita, non senza fatica. Il tour bike si fara', ma il primo tratto seguira' strade asfaltate. Purtroppo.

giovedì 14 maggio 2009

Viaggiare a piedi, nel XXI secolo

Ad un certo punto ho chiesto a Sam: "Perche' uno sceglie di viaggiare a piedi, nel XXI secolo?". Io avevo gia' una mezza idea, volevo scoprire se corrispondeva a quella del mio amico australiano...

Sam e' australiano, trapiantato a Milano. Parla perfettamente in italiano, ha studiato qui ed ora e' avvocato. Ha sposato Elina, che e' finlandese, e si e' appena laureata in Scienze politiche. Ovviamente anche lei parla un italiano pressoche' perfetto, forse con una leggera cadenza romana (? ?). Carl, che e' rimasto in albergo perche' molto affaticato, e' svizzero. Di lui so soltanto che e' quello piu' alto del gruppo e che mangerebbe persino una piastrella.

Eric invece e' un giornalista americano, scrive su riviste importanti e nel tempo libero fa dei trekking da paura. Alcuni anni fa ha attraversato l'Italia da nord a Roma, lungo la Via Francigena. Adesso lui ed i suoi tre compagni di viaggio stanno andando a piedi da Roma ad Otranto, scegliendosi la strada giorno per giorno, senza un vero e proprio itinerario predefinito.

Mentre aspettiamo il cameriere, guardiamo la mappa sul mio notebook, fanno il programma della tappa di domani. Qualche telefonata per cercare un albergo... forse e' tutto risolto.

La conversazione scorre veloce, e spazia tra mille argomenti: le mie amate mappe, i tanti posti che loro hanno visto, come raggiungere la prossima destinazione, la transumanza, l'idrometano ed altre amenita'. Agli altri avventori la nostra conversazione deve essere sembrata quantomeno bizzarra!

Mi rendo conto che ho monopolizzato la parola... il solito italiano logorroico e gesticolante. Chiedo scusa, e faccio per alzarmi e pagare il conto, ma e' troppo tardi. Eric mi ha anticipato.

Un'ultima foto davanti alla pianta della citta', poi ci salutiamo. Mi dicono "Alla prossima!" come se ormai avessero gia' in programma un'altra passeggiata... chissa'! E' gia' tardi e domani devono fare un'altro pezzo di strada.

Ma perche' uno sceglie di viaggiare a piedi, nel XXI secolo?
Per mettersi alla prova?
Per avere piu' tempo per se' stesso?
Per scoprire posti altrimenti mai immaginati?
Per viaggiare in armonia con l'ambiente?
Per aver poterlo raccontare, un giorno, ai propri figli?

Sam mi risponde garbatamente:
... perche' non c'e' un vero motivo.
Risposta intelligente, bravo.

Saluti da Cerignola!

Welcome to Cerignola

Eric ed i suoi compagni di viaggio sono arrivati a Cerignola con un giorno di anticipo.

Avevo inviato, come convenuto, una mail per comunicargli il mio numero di telefono, e quindi essere contattato al loro arrivo, ma non avevo ancora ricevuto risposta. Dopo ho appreso che la mia mail deve essere stata cestinata o smarrita, forse il solito filtro antispam.

Il destino ha deciso di farci incontrare lo stesso, assolutamente casualmente. Stavo andando al lavoro, ho svoltato ed ho visto quattro ragazzi con lo zaino sulle spalle... Ho iniziato a sorridere come uno scemo.

Mentre mi avvicinavo, pensavo di salutarli con una battuta, del tipo "finalmente siete arrivati, sono due giorni che aspetto!" o qualcosa del genere. Del resto, noi italiani siamo famosi nel mondo anche per Berlusconi che fa "Cu-cu!" alla Merkel :-) Invece mi sono limitato a chiedere "Walk for Italy?" dal finestrino della macchina.

Mentre parcheggiavo e scendevo, ho avuto la sensazione di una certa preoccupazione tra i miei amici pellegrini. Sentivo che bisbigliavano qualcosa in inglese, forse si domandavano "Che cosa vuole?". Quando ho chiamato Eric per nome e mi sono presentato, infatti, aveva l'aria molto preoccupata. La prima cosa che mi ha chiesto e' stata: "Come facevi a sapere che eravamo qui?". Domanda pertinente. D'ora in poi, vatti a fidare del GPS!

Una volta chiarito che abitavo a meno di cinquanta metri, e che passavo di li' per caso, mi e' parso che il clima si tranquillizzasse. Stasera appuntamento per una cena. Penso che si chiacchierera' un po'. So che utilizzano Google per pianificare il loro itinerario, io invece voglio fargli vedere la mappa di Openstreetmap e soprattutto la mappa delle fontanelle di acqua potabile.