domenica 30 gennaio 2011

Cycling in the rain

Primo giro dopo l'infortunio, primo giro dopo due settimane passate tra l'antidolorifico, qualche ecografia e tanta tanta paura: di dover rinunciare alla mountain bike.

Sono solo due settimane, ma sembrano un sacco di tempo.

Primo giro con la pioggia.

Non avevo mai pedalato sotto la pioggia. Forse qualche volta, da ragazzo, mi sono bagnato un pò, ma non mi è mai capitato di pedalare per qualche ora sotto la pioggia.

Stavolta è stato diverso, è stato intenso ed irresponsabile.

Si comincia con qualche goccia che arriva sul casco, ma il giro prosegue. Sto verificando come si comporta la spalla, e non mi va di rientrare.

Piano piano, tutto diventa surreale. Gli occhiali si bagnano, il paesaggio si deforma, non si capisce dove finisce l'orizzonte e comincia il cielo.

Dal casco cadono gocce, scorrono sul bordo della visiera... inizio a bagnarmi.
Quando sbuchiamo sull'asfalto, io e Juliette, è pure peggio: l'acqua arriva da sopra e da sotto, alla fine raggiunge la pelle. Per fortuna lo zaino mi ripara un pò la schiena.

Anche Juliette ne risente, i dischi iniziano a suonare, la catena sembra grattare come se fosse sporca di sabbia. Noi però andiamo avanti.



Il giro della diga, con la pioggia, è incredibile, la campagna bagnata è un'esperienza che coinvolge tutti i sensi. Il rumore dell'acqua sulla vegetazione, nel silenzio assoluto, è surreale. Dal lago si alza un pò di foschia mentre l'odore di erba bagnata è intenso.

Da qualche parte nella memoria ripesco le stesse sensazioni, sono ricordi che ormai risalgono a tanti anni fa, ma adesso sono vivi come non mai. La campagna bagnata io la conoscevo già, me l'ha mostrata mio padre.

Accelero. Juliette corre sull'erba bagnata.

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