domenica 13 dicembre 2009

Giro delle Saline

Giro delle Saline, oggi. Grande escursione!

Dopo un buon cappuccino iniziamo a pedalare. Oggi faccio un giro con Nicola, che ho coinvolto in questa pazzia della mtb. Abbiamo deciso di fare una puntata alla pista ciclabile delle saline di Margherita di Savoia.

Il percorso è abbastanza complesso, anche perché a noi l'asfalto non piace e quando è possibile facciamo di tutto per evitarlo.

Nei mesi scorsi siamo usciti parecchie volte, io e Nicola, in zona Torre Quarto: un pò la conosciamo, le strade interpoderali le abbiamo rilevate con il GPS e inserite nel database di Openstreetmap.

Partiamo da Cerignola e dopo aver raggiunto Torre Quarto ci dirigiamo verso Trinitapoli.

All'inizio l'aria è gelata: sono le 7:30 ed il freddo è pungente. Il terreno è stranamente consistente, nonostante le piogge dei giorni scorsi, non sembra gelato, si pedala bene.

Juliette sembra divertirsi pure lei, oggi.

E' molto cambiata dai tempi del tour bike. Prima di tutto abbiamo sostituito il manubrio e l'attacco, poi i copertoni, i cerchi ed adesso i freni. Insomma, si pedala più comodi, ma non saprei dire se va meglio o va peggio: certamente sono migliorati il confort e la sicurezza, però mi sembra di aver spezzato quel giusto equilibrio tra confort e peso.

Mentre andiamo, si chiacchiera del più e del meno. Gli ulivi sono carichi e ci sono parecchi contadini intenti al raccolto. Raggiungiamo senza particolari problemi la provinciale e la attraversiamo. Si prosegue verso il confine comunale, fin qui tutto sterrato, poi inizia la strada asfaltata verso Trinitapoli.

Al bivio di Candida vediamo un bel tratturo che va in direzione delle saline, una rapida consultazione al GPS e si decide di tentare la fortuna. Ci avviamo, e sembra davvero la strada giusta: va diritta verso la ciclabile che entra nelle saline, quella che passa accanto alle torri per il bird watching. Purtroppo dopo un pò arriva la sgradita sorpresa: prima troviamo l'asfalto, poi incrociamo la ferrovia e non ci sono passaggi a livello, dobbiamo ritornare verso il nostro percorso originario.

Giungiamo finalmente a Trinitapoli e ci avviamo sulla ciclabile. Abbiamo deciso di percorrerla tutta fino al bivio con la litoranea, e poi svoltare a sinistra verso Zapponeta, per esplorare quel ramo.

Questo tratto è chiaramente poco utilizzato, la vegetazione ha ricoperto quasi completamente la sede della ciclabile ed in alcuni punti risulta complicato passare senza rimanere intrappolati nei cespugli. Per di più, i soliti incivili hanno scaricato i classici sacchetti della spazzatura nei punti meno "visibili", ci tocca fare lo slalom tra bottiglie e monnezza. Ma noi siamo testardi e la percorriamo tutta fino alla fine.

Qui siamo in corrispondenza del canale che serve a riempire d'acqua le saline, almeno così credo. Dovremmo tornare indietro verso Margherita, oppure...

... oppure ci infiliamo nelle saline, e le tagliamo verso Cerignola. Perchè no? Tecnicamente non è vietato, non c'è nessun cartello, nè recinzione, anzi per dirla tutta si vede chiaramente un bel single track che passa sugli argini delle vasche. Due secondi per pensarci e ci incamminiamo verso casa.

Il passaggio è davvero spettacolare. Nicola mi segue sempre, siamo nel cuore delle saline, circondati dalle acque: percorriamo l'argine per alcuni chilometri letteralmente isolati dal mondo. Per la verità non siamo soli, c'è parecchia selvaggina: una volpe, parecchi acquatici. Noi proseguiamo cercando di dare meno fastidio possibile, anche se dove arriviamo noi ci sono tanti animali che scappano. Riflettendo, mi rendo conto che stiamo disturbando e che a causa nostra ci sono degli animali che sprecano energie per mettersi in salvo. Forse non è opportuno venire qui tanto spesso.

Giungiamo alla fine delle saline, le abbiamo tagliate in uno dei punti più larghi ed è stata una bella avventura. Adesso sarebbe ora di tornare a casa, ma scopriamo di essere intrappolati tra due canali di scolo. Dopo qualche tentativo, tra cui anche quello insano di Nicola di attraversare una passerella di fortuna, riusciamo a trovare un ponte che finalmente ci riporta verso casa.

Il ritorno è un pò più complicato. Seguiamo una strada asfaltata verso Candida, poi andiamo in direzione di Torre Quarto seguendo alcuni sterrati che inesorabilmente si fermano tutti alla ferrovia. Alla fine facciamo i cattivi ragazzi e scavalchiamo i binari, qui c'era un vecchio passaggio a livello ormai rimosso e dall'altra parte la strada dovrebbe proseguire... eccola!

Qualche altro tentativo per imboccare la strada giusta, che ci portano a percorrere un percorso assolutamente irrazionale. Veniamo pure inseguiti da un cane, sembra scherzoso ma il padrone ci insegue pure lui per acchiapparlo perchè "... è molto cattivo...".

Finalmente vediamo i tralicci dell'alta tensione, che ci danno un'idea della nostra distanza da Torre Quarto. Nicola è stanco, io pure ma faccio finta di niente. Torniamo sugli sterrati che abbiamo già esplorato, adesso l'aria si è mitigata e si scivola nel fango, soprattutto io, con queste gomme semislick: è un pò disavventura, un pò divertimento, tra una barretta energetica e l'altra.

A Torre Quarto, Nicola crolla definitivamente. Si arena sulla salita del ponte dell'autostrada, sale a spinta con i crampi alle gambe. Ci riposiamo qualche minuto e poi ci incamminiamo per l'ultimo tratto, che ci costerà parecchie soste a bordo strada, mentre le auto sfrecciano in direzione opposta, verso il ristorante, per andare a pranzo. Anche noi facciamo uno spuntino, con qualche chicco d'uva rimasto sui tendoni. Poi, finalmente, arriviamo al Padreterno.

Nicola mi saluta e va verso casa, pure io sfreccio via: sono le 14:00 ed è veramente molto tardi. Abbiamo fatto 65Km e siamo scampati al treno, ai cani ed alle forature, ma non so se scamperemo alla furia omicida delle consorti. Speriamo di rivederci domenica prossima.


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