Ad un certo punto ho chiesto a Sam: "Perche' uno sceglie di viaggiare a piedi, nel XXI secolo?". Io avevo gia' una mezza idea, volevo scoprire se corrispondeva a quella del mio amico australiano...
Sam e' australiano, trapiantato a Milano. Parla perfettamente in italiano, ha studiato qui ed ora e' avvocato. Ha sposato Elina, che e' finlandese, e si e' appena laureata in Scienze politiche. Ovviamente anche lei parla un italiano pressoche' perfetto, forse con una leggera cadenza romana (? ?). Carl, che e' rimasto in albergo perche' molto affaticato, e' svizzero. Di lui so soltanto che e' quello piu' alto del gruppo e che mangerebbe persino una piastrella.
Eric invece e' un giornalista americano, scrive su riviste importanti e nel tempo libero fa dei trekking da paura. Alcuni anni fa ha attraversato l'Italia da nord a Roma, lungo la Via Francigena. Adesso lui ed i suoi tre compagni di viaggio stanno andando a piedi da Roma ad Otranto, scegliendosi la strada giorno per giorno, senza un vero e proprio itinerario predefinito.
Mentre aspettiamo il cameriere, guardiamo la mappa sul mio notebook, fanno il programma della tappa di domani. Qualche telefonata per cercare un albergo... forse e' tutto risolto.
La conversazione scorre veloce, e spazia tra mille argomenti: le mie amate mappe, i tanti posti che loro hanno visto, come raggiungere la prossima destinazione, la transumanza, l'idrometano ed altre amenita'. Agli altri avventori la nostra conversazione deve essere sembrata quantomeno bizzarra!
Mi rendo conto che ho monopolizzato la parola... il solito italiano logorroico e gesticolante. Chiedo scusa, e faccio per alzarmi e pagare il conto, ma e' troppo tardi. Eric mi ha anticipato.
Un'ultima foto davanti alla pianta della citta', poi ci salutiamo. Mi dicono "Alla prossima!" come se ormai avessero gia' in programma un'altra passeggiata... chissa'! E' gia' tardi e domani devono fare un'altro pezzo di strada.
Ma perche' uno sceglie di viaggiare a piedi, nel XXI secolo?
Per mettersi alla prova?
Per avere piu' tempo per se' stesso?
Per scoprire posti altrimenti mai immaginati?
Per viaggiare in armonia con l'ambiente?
Per aver poterlo raccontare, un giorno, ai propri figli?
Sam mi risponde garbatamente:
Saluti da Cerignola!
Sam e' australiano, trapiantato a Milano. Parla perfettamente in italiano, ha studiato qui ed ora e' avvocato. Ha sposato Elina, che e' finlandese, e si e' appena laureata in Scienze politiche. Ovviamente anche lei parla un italiano pressoche' perfetto, forse con una leggera cadenza romana (? ?). Carl, che e' rimasto in albergo perche' molto affaticato, e' svizzero. Di lui so soltanto che e' quello piu' alto del gruppo e che mangerebbe persino una piastrella.
Eric invece e' un giornalista americano, scrive su riviste importanti e nel tempo libero fa dei trekking da paura. Alcuni anni fa ha attraversato l'Italia da nord a Roma, lungo la Via Francigena. Adesso lui ed i suoi tre compagni di viaggio stanno andando a piedi da Roma ad Otranto, scegliendosi la strada giorno per giorno, senza un vero e proprio itinerario predefinito.
Mentre aspettiamo il cameriere, guardiamo la mappa sul mio notebook, fanno il programma della tappa di domani. Qualche telefonata per cercare un albergo... forse e' tutto risolto.
La conversazione scorre veloce, e spazia tra mille argomenti: le mie amate mappe, i tanti posti che loro hanno visto, come raggiungere la prossima destinazione, la transumanza, l'idrometano ed altre amenita'. Agli altri avventori la nostra conversazione deve essere sembrata quantomeno bizzarra!
Mi rendo conto che ho monopolizzato la parola... il solito italiano logorroico e gesticolante. Chiedo scusa, e faccio per alzarmi e pagare il conto, ma e' troppo tardi. Eric mi ha anticipato.
Un'ultima foto davanti alla pianta della citta', poi ci salutiamo. Mi dicono "Alla prossima!" come se ormai avessero gia' in programma un'altra passeggiata... chissa'! E' gia' tardi e domani devono fare un'altro pezzo di strada.
Ma perche' uno sceglie di viaggiare a piedi, nel XXI secolo?
Per mettersi alla prova?
Per avere piu' tempo per se' stesso?
Per scoprire posti altrimenti mai immaginati?
Per viaggiare in armonia con l'ambiente?
Per aver poterlo raccontare, un giorno, ai propri figli?
Sam mi risponde garbatamente:
... perche' non c'e' un vero motivo.Risposta intelligente, bravo.
Saluti da Cerignola!
2 commenti:
Che bello, adesso m'hai messo voglia di riempire lo zaino di tecnologiche futilità e di partire all'avventura :D
Farò in modo di incontrare i nostri amici viaggiatori a Ruvo o Bitonto.
Comunque sei un ottimo narratore, mai pensato di scrivere un libro?
Le futili tecnologicita' (o qualcosa del genere) :-) lasciale a casa, quando vedrai in che condizioni cammina Eric non avrai piu' tanta voglia di partire.
Per l'incontro: hanno cambiato percorso, si muoveranno lungo la costa. Penso potresti incontrarli a Bari.
Per il libro: c'ho anche il titolo: "Gli insofferenti" :-) pubblicato rigorosamente sotto licenza CC
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